La pianta del vetro

LA PIANTA DEL VETRO
di Luca Bagnoli 

(Colloquio con Claudio Piovesan e con Giuseppe Sartori, presidente e vicepresidente de “La Salsola” apparso nella Pubblicazione settimanale della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi di Mestre e del polo solidale in favore di chi versa in disagio economico – ANNO 14 – N° 7 / Domenica 18 febbraio 2018)

Come esordisce l’associazione?
Piovesan: “Era il 1986, quando organizzammo la prima manifestazione ambientalista della terraferma. La gente di Campalto decise di affrontare alcune questioni, come la discarica di rifiuti tossici, il tiro al piattello abusivo con armi da guerra maneggiate anche da carabinieri e magistrati, l’inquinamento del fiume Marzenego-Osellino e dello scolo consortile delle “acque basse”, l’impatto igienico dell’industria Vetrital”.

Sono battaglie vinte?
Sartori: “Si. Anche se talvolta le soluzioni sono affidate a soggetti recidivi. La nave che avrebbe dovuto trasferire i fosfogessi da Campalto ad una remota zona adriatica, fece una curiosa tappa in prossimità del Mose, rovesciandovi sopra il carico radioattivo. Alla fine si scoprì che tali residui industriali si sarebbero potuti addirittura riutilizzare”.

Quella veneziana è una terra dei fuochi?
Sartori: “Senza alcun dubbio. Ma la speranza si chiama Salsola, simbolo di sostenibilità ambientale. È una pianta ricca di sostanze, che la Serenissima Repubblica impiegava nel processo di fusione del vetro. Venezia da sola non esiste, è una città legata indissolubilmente alla natura su cui poggia”.

Avete progetti in corso d’opera?
Sartori: “In riviera Marco Polo abbiamo organizzato un servizio ordinato di stazionamento barche. Ma il nostro sogno è l’oasi naturale sulle barene. Se Tessera è adibita allo scambio di persone e merci, e San Giuliano concerne l’aspetto ludico, noi vorremmo essere la dimensione ambientale, l’unica finestra sulla laguna dove poter toccare con mano la fioritura dell’Astro marino o della Clematide fiammola. È un progetto in grado di rilanciare anche il turismo, ma il ritiro della delibera sul parco della laguna nord lo ha fatto arenare”.

A chi chiedereste un supporto?
Piovesan: “Ci rivolgiamo alla politica. Quella che non ha mai avuto il nostro coraggio di portare i fosfogessi sull’uscio del Magistrato alle Acque. La questione ambientale non può restare sempre ai margini. Noi ci proviamo a sensibilizzare la comunità, ma non possiamo aspettare altri 30 anni per ottenere nuovi risultati, abbiamo bisogno di un aiuto pubblico e strutturato. La politica dovrebbe pensarci due volte prima di prendere decisioni… contro natura! Hanno speso 13 milioni di euro per bonificare l’area inquinata dal tiro al piattello, ma si sono scordati un fabbricato privato e recintato, che la rende non liberamente praticabile”.

È tempo di Quaresima. Quale digiuno e quale carità possono convertire le coscienze in tema ambientale?
Piovesan: “Dobbiamo convertirci alla sostenibilità, che abbia una ricaduta positiva sull’ecosistema. Basta sprechi. È inconcepibile acquistare un bene che contiene già un rifiuto! Riattiviamo l’economia di prossimità, quella dei negozietti sotto casa che vendono prodotti locali. Psicologicamente, è decisivo riconoscere i nostri limiti, quelli dell’uomo, in modo da riuscire ad accettare l’altrui esistenza. Gli spari di Macerata indicano come la proprietà individuale esasperata minacci la socializzazione e la tolleranza nei confronti del diverso. Noi concediamo ai soci un posto barca, ma li educhiamo a considerarlo proprietà collettiva, da usare e poi restituire. L’ambiente può davvero cambiare le cose. Se trascorri la vita in uno spazio naturale sano, ti senti bene e sei portato ad accogliere il prossimo”.


Il numero completo del settimanale è scaricabile all’indirizzo: https://www.centrodonvecchi.org/incontro/2018/Incontro-2018_02_18.pdf

Informazioni su Pino Sartori

Vicepresidente
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