Quella domenica del 16 giugno 1986, c’era un’aria agitata a Campalto e più ancora al Passo Campalto e al Villaggio C.E.P che molti anni dopo sarebbe stato denominato Villaggio Laguna. Aria agitata dalla una insolita confluenza di persone verso il parcheggio continguo alla chiesetta di legno del villaggio.
Un raduno di cittadini giovani, giovanissimi e adulti con cartelloni illustranti le problematiche quotidiane che affliggevano la gente del “quartiere”.
Le parole più ricorrenti nelle bocche dei convenuti erano: zanzare, polvere dei fosfogessi, discarica rifiuti urbani e pericolosi, puzza di fogna della acque basse, nuovo canile, tiro al piattello, Osellino, cashba delle cavane, interferenze della stazione radio, abusivismo edilizio, privatizzazione del fronte laguna, sporcizia nelle barene, ecc.
Insomma un coacervo di problematiche che via via si sovrapponevano e moltiplicavano i problemi della già difficoltosa vita di numerosi cittadini fra cui moltissimi veneziani ormai espulsi dalle loro residenze insulari invivibili, o sfrattati da ingordi padroni di casa.
La pentola della soppportazione sobbolliva da tempo e numerose assemblee cittadine avevano registrato sui vari problemi un malcontento ormai incontenibile tanto che le forze politiche presenti sul territorio da tempo (PCI ) insieme a nuove realtà politiche (Lista verde) hanno scoperchiato il vaso organizzando quella che il Gazzettino definì la “ribellione di Campalto”.
Fu la prima manifestazione segnatamente “ambientalista della terraferma veneziana”.
Da questa ribellione sarebbe nato da lì a poco il comitato ambiente che nel 1989 avrebbe preso le forme del ” Gruppo per la salvaguardia dell’ambiente “La Salsola”.
Qui di seguito l’inequivocabile testimonianza fotografica del compianto Bruno Bruni.